Frugolini di casa

Questo spazio è dedicato agli animali domestici: notizie in pillole, curiosità, caratteristiche ed esigenze di alcuni tra i più diffusi coinquilini di casa.


Poichè è da quando sono nata che vivo a contatto con un qualche tipo di peloso, squamoso, piumoso, ho avuto diversi compagni di casa, anche se di alcuni tuttavia non ho un gran ricordo perchè ero troppo piccola quando sono vissuti con me e la mia famiglia.

Fin da bambina mi sono sempre piaciuti gli animali ed ero ben contenta se me ne venivano regalati, in alcuni casi poi ero io a insistere per convincere i miei genitori a regalarmene.


Ma ora che non sono più una bambina capisco bene che non è giusto che gli animali siano regalati o venduti, perchè non sono oggetti e la loro vita non dovrebbe avere un prezzo. Non mi è ben chiaro perchè un ratto debba costare 4 euro, mentre un cincillà o un furetto ne debbano costare diverse decine.. una vita è una vita e ha lo stesso valore di un'altra. Senza contare che cifre così basse per ratti o altri piccoli roditori mi fanno pensare ad alcuni tipi di possibili acquirenti: genitori che vogliono prendere qualcosa di poco impegnativo per i bambini o ancor peggio a quelle persone ignobili che detengono in un box di vetro dei serpenti a cui dare prede vive, senza che gli squittii delle malcapitate vittime, a cui è stata tolta ogni possibilità di fuga, susciti in loro il minimo senso di pietà.

Vegetarianismo ed evoluzione dei costumi

Per un vegetariano l'ingresso in un qualunque supermercato, con banchi frigo riempiti di brandelli di bovini, polli spennati senza testa, teste di conigli con occhi sbarrati dietro il cellophane e crostacei ancora vivi intontiti dal freddo del ghiaccio nel reparto pescheria, è un'esperienza che potrebbe essere ben rappresentata dall'atmosfera di questo film.
Mentre il senso di disagio che ci accompagna nel vedere i carrelli riempiti di bistecche e salumi può essere evocato da questa canzone.
Per noi lo sfruttamento di animali e la loro uccisione è una cosa molto seria, quindi a volte finisce che ci scaldiamo un po' troppo su questo argomento, specie se veniamo messi sotto esame o presi in giro, anche bonariamente, risultando così anche decisamente antipatici. O saccenti e noiosi come Lisa Simpson in questo episodio! :-p

Il punto è che, quanto meno allo stato attuale delle cose, allevare animali per mangiarli non è un comportamento sanzionato dalla legge e le persone non si sentono di fare un crimine mangiando carne, quindi un vegetariano che si infervora lanciando accuse di abominio verrà considerato come minimo un rompiscatole.
In ogni epoca storica ci sono state persone più coinvolte in certe tematiche rispetto ad altre o più sensibili alle condizioni svantaggiate di alcune categorie, considerando ingiusto non solo ciò che la legge o il sentire comune definivano come tale, ma anche comportamenti che per la maggioranza delle persone costituivano la normalità.

L'allevamento: dalle origini ad oggi

L'allevamento è pratica di antichissima tradizione: l'uomo infatti scoprì presto che come piantare dei semi nel terreno era il modo per generare nuove piante, così tenere insieme due animali di sesso opposto era il modo per generare altri animali. Quindi l'allevamento è un'azione razionale nata dall'osservazione dei fatti da cui poi l'uomo ha originato una tecnica produttiva. Sul piano etico è peggiore della caccia in quanto "atto premeditato". Inoltre è innaturale perchè non contribuisce a mantenere il naturale equilibrio predatori-prede, ma crea appositamente un gran numero di prede che non ha alcuna possibilità di fuga dai propri predatori, togliendo così la possibilità di selezione naturale degli individui più resistenti (e sostituendola con una selezione artificiale che premia caratteri come la docilità o la miglior resa e qualità della carne). Al contrario i predatori (cioè gli uomini) possono moltiplicarsi evitando la selezione naturale che falcerebbe i predatori meno abili e quelli più deboli (come i malati, i disabili e i più anziani).

Certamente l'agricoltura e l'allevamento hanno consentito di assicurare maggiori quantità di cibo a gruppi più numerosi di individui, migliorando le condizioni di vita e contribuendo quindi alla nascita delle prime civiltà sedentarie. Inutile dire che da allora però sono passati millenni.

Senza stare a ricostruire la storia dell'allevamento lungo i secoli, credo di poter affermare che le cose siano radicalmente cambiate dal secondo dopoguerra e a partire soprattutto dagli anni Ottanta del secolo scorso, quando la produzione è diventata di massa e i consumi sono aumentati vertiginosamente. Questo cambiamento ha coinvolto anche la produzione della carne, con allevamenti trasformati in catene di (s)montaggio, dove lo sfruttamento dell'animale è stato portato ai massimi livelli.

Naturale è bene?

Seppure vegetariana, una cosa che condivido poco è la concezione idilliaca della natura o la visione degli animali come creature dall'innocenza primigenia in opposizione alla malvagità dell'uomo.
Se per naturale intendiamo i prodotti naturali, come i cosmetici o gli alimenti privi di sostanze chimiche di sintesi, o pensando alla natura ci tornano in mente le gite in campagna e le passeggiate in mezzo ai boschi o in montagna, lontani dal caos e dallo smog delle metropoli, o le rose che crescono così belle nel nostro giardino, allora non ho niente da obiettare: in questo caso non si può vedere che il bello della natura. Anche se facendo il verso a Leopardi potrei dire che anche nel più meraviglioso dei giardini si svolgono quotidianamente dei massacri e di idilliaco c'è ben poco...
Ma per conoscere anche il rovescio della medaglia, è sufficiente guardare un qualsiasi documentario sugli animali (quelli classici con i leoni e le gazzelle, i leopardi e le iene, gli gnu e i coccodrilli) per rendersi conto quanto la vita in natura sia difficile e come la violenza e la sopraffazione siano all'ordine del giorno: tant'è che a volte ho dei dubbi e mi chiedo se, lasciato libero di scegliere, uno gnu opterebbe per la vita libera in natura o per la vita in cattività in uno zoo safari...
Ma la mia non vuole essere una riflessione pessimista, voglio solo mettere l'accento sul fatto che la vita in natura non sia sempre uno stato di perfezione da rimpiangere, ma che anzi la vita in civiltà ha portato anche cose decisamente apprezzabili: su tutto, condizioni di vita migliori che hanno via via consentito l'elevazione morale della società umana.

Anche le piante soffrono?

"Ma anche le verdure soffrono!"

Quest'affermazione e altre similari sottintendono dire con buona sostanza come sia inutile diventare vegetariani, in quanto le piante soffrono esattamente come gli animali e che quindi sia un controsenso smettere di mangiare carne per non far del male agli animali, se tanto poi si fa del male alle piante. Anzi i vegetariani uccidono molte più vegetali degli onnivori sostituendoli alla carne...
A parte il fatto che se a Caio fa male un piede non significa che dobbiamo per forza tirare una martellata anche ad un alluce di Sempronio, ossia il fatto che le piante soffrano non dovrebbe giustificare il continuare ad uccidere gli animali e far sentire con la coscienza a posto; frasi di questo genere hanno la forza più o meno del "tanto lo fanno tutti", ma ad ogni modo veniamo al punto: le piante soffrono?

In teoria ogni cosa in natura ha una funzione, quindi anche il dolore, ed il dolore serve per allarmare il soggetto che lo prova di un danno che sta subendo il suo l'organismo per far sì che si allontani o quanto meno provi ad allontanarsi tempestivamente dalla fonte del dolore o prenda qualche altro tipo di provvedimento: togliere la mano dal fuoco, scappare da un predatore, vomitare qualcosa che ha mangiato e gli ha fatto male, prendere un'aspirina, etc.
Per le piante è diverso, non possono scappare o reagire tempestivamente quando subiscono un danno: non possono scappare di fronte al fuoco o di fronte a un uomo con la motosega. Tuttavia hanno una capacità di rigenerazione migliore e ovviamente tagliare un ramo ad una pianta non apporta lo stesso danno che tagliare il braccio a un uomo, che senza cure di sorta può facilmente morire dissanguato.
Inoltre le piante non hanno un sistema nervoso centrale per elaborare gli stimoli elettrici e quindi anche il dolore, perciò quasi sicuramente le piante non soffrono come gli animali.

Torno subito

Dopo un'assenza di quasi una settimana, torno a riempire qualche nuovo post!

A prestissimo!!

L'uomo è per sua natura vegetariano?

A differenza di alcuni vegetariani e vegani, io non credo che l'uomo allo stato naturale sarebbe un animale totalmente vegetariano. Probabilmente sarebbe prevalentemente frugivoro, e l'anatomia delle mani ben si presta a raccogliere frutti, noci e radici. Però le mani si prestano anche altrettanto bene, grazie alla presa di precisione data dalla chiusura del pollice con l'indice, a catturare insetti, che sono una fonte di proteine animali facilmente reperibile ovunque, anche in ambienti naturali ostili e perfino da un individuo solo, indifeso, non integrato in una struttura sociale. Se poi le mani vengono usate per armeggiare utensili semplici, come pietre e bastoni, l'uomo può uccidere anche animali di dimensioni più grandi e, una volta acquisita la tecnica e l'organizzazione sociale necessaria, può ingaggiare battute di caccia o guerre coi propri simili allo scopo di appropriarsi di vari tipi di risorse.
Comportamenti come questi avvengono anche tra i primati più affini a noi, gli scimpanzé: mangiano insetti, se occasionalmente trovano un pezzo di carne se ne cibano, sono intelligenti, ma anche aggressivi e capita che gruppi diversi si affrontino in guerre feroci.

Probabilmente la carne non è la base della nostra dieta in natura, e specie se cruda non è digeribile facilmente dall'acidità del nostro stomaco, però l'uomo può comunque consumarla e ricavarne nutrimento, mentre non può trarre nutrimento dalla cellulosa di erba e corteccia come fanno gli erbivori, nè consumare i semi crudi dei cereali come fanno gli uccelli.
Il fatto di poter mangiare sia frutti e radici che può raccogliere, sia insetti e carne che può riuscire a trovare e quindi in generale il fatto di adattarsi a mangiare diversi tipi di alimenti, ha consentito all'uomo di sopravvivere anche in condizioni climatiche difficili o estreme, quando cioè i frutti scarseggiavano e l'unica alternativa era la caccia: la carne non sarà stato l'alimento di base ottimale, ma grazie alla grande adattabilità alimentare l'uomo è riuscito a sopravvivere anche alle glaciazioni. Quindi l'uomo è sicuramente onnivoro, nel senso che può mangiare di tutto o quasi.

Minestra di lenticchie e indivia

Una ricetta rustica impreziosita dal sapore amarognolo dell'indivia, che con le lenticchie si sposa benissimo! Provatela, è piaciuta anche a mia madre!

Ingredienti
  • 200g di lenticchie secche (precedentemente ammollate per almeno 2 ore)
  • 2-3 cespi di insalata belga
  • qualche patata farinosa
  • 1 cipolla gialla
  • 1-2 coste di sedano
  • 1-2 carote
  • 2 dadi vegetali (o brodo granulare)
  • olio di oliva ligure
  • pepe q. b.
  • pentola a pressione

Preparazione

Lavate e pulite tutte le verdure, poi tritate finemente la cipolla, le carote, il sedano e le foglie più esterne dell'indivia. Mettete a scaldare abbondante olio nella pentola a pressione e fatevi rosolare il sostanzioso trito. Intanto sbucciate le patate, tagliatele a cubetti e tagliate grossolanamente e trasversalmente i cuori di indivia dalla punta al tronchetto, in modo da ottenere degli anelli. Scolate e sciacquate le lenticchie, poi unitele al soffritto. Fate insaporire un po', poi aggiungete le patate e l'indivia. Mescolate il tutto e lasciate insaporire ancora un po', aggiungendo un pizzico di pepe nero. A questo punto aggiungete 3-4 bicchieri d'acqua, sbriciolate i dadi o aggiungete il granulare. Chiudete la pentola e fate cuocere per 15' dal fischio. Per esaltare i sapori, prima di consumare lasciate intiepidire. Buon appetito!

Viva e vegeta(riana)

"Non lo mangi l'arrosto? Guarda che è buono, è proprio tenero eh? Ah già che sei vegetariana! Toh, allora mangia del prosciutto!", "Ma non mangi neanche il pesce? Perché? Il pesce è mica carne!", "Ma quanto dura questa dieta?", "Ma com'è successo che non mangi più carne? Secondo me dovresti smetterla con tutte queste stupidaggini da hippy!", "Non mangi carne, non mangi pesce, non mangi formaggio.. ma che mangi, niente?", "Guarda che ti viene l'anemia!", "Ma prendere l'integratore di B12 è innaturale.. ah aspetta che è l'ora che devo prendere la pillola..", "Ti piacciono queste scarpe? Belle vero? Poi sono in vera pelle, senti!", "Non è che vieni ad aiutarmi a scegliere il barbecue?"...

Aneddoti di ordinaria vita vegetariana...  :-)
Se avete qualche episodio divertente o simpatico da raccontare o semplicemente volete fare un piccolo sfogo per quelle volte in cui siete stati bersagliati da domande di questo genere, lasciate un commento! Mi raccomando, però: questa è una sezione che non vuole prendersi troppo sul serio, vuole buttarla sul ridere.. quindi cercate di mantenere un registro leggero anche se alcune situazioni possono avervi fatto arrabbiare: in fondo certe osservazioni le abbiamo forse fatte anche noi in passato, prima di diventare vegetariani, e comunque durano solo all'inizio, finché siamo una novità, poi anche i familiari più testoni la smettono di guardarci con sospetto e accettano la nostra scelta senza prenderci più in giro... o così si spera!  :-D



Ad un picnic.
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