Vegani o vegetariani?

Ok mangiare vegetariano, ma perché vegan? E' difficile rispondere a questa domanda in modo veloce ed esaustivo, quando viene posta a bruciapelo.
Infatti, se è evidente che la carne non viene mangiata per evitare di uccidere animali, è invece difficile spiegare perché per motivi etici non si consumino latte e uova. Cercherò quindi di spiegare la questione in poche parole.

Il latte e i suoi derivati. Per produrre il latte, ovviamente una mucca deve aver partorito un vitello e la produzione di latte dura - se non ricordo male - per circa un anno. Poniamo che la nostra mucca produca latte per un periodo di 10 anni: alla fine di un decennio, ci ritroveremmo con 10 bovini in più. Ovviamente questi animali non possono essere mantenuti "a sbafo" e saranno quindi destinati al macello, precocemente come vitelli o più in là come manzi (o alcuni esemplari, se femmine, saranno destinati alla produzione di latte, ma in questo caso la catena si ripete: nuova mucca --> nuovi vitelli --> latte). Quindi anche la produzione di latte, seppur indirettamente rispetto alla produzione di carne, finisce con l'uccidere degli animali, in quanto non si possono tenere in vita tutti i vitelli nati per produrre latte: un allevamento del genere sarebbe economicamente insostenibile! 

Le uova. Per produrre le uova, servono esclusivamente esemplari femmine, che siano galline od altri tipi di volatile. Ma poniamo di avere 10 galline ovaiole: da dove ci arrivano? Considerando che in tutte le specie animali la media delle nascite si aggira su un 50% di femmine e un 50% di maschi, le nostre 10 galline femmine arriveranno presumibilmente da una covata di circa 20 uova e, di queste, 10 uova avranno dato alla luce pulcini maschi. Ovvero, per ogni gallina ovaiola, è nato un gallo che non può essere mantenuto "a sbafo" dall'industria dell'allevamento, e questi animali sono condannati a morte, ovvero a riempire i banchi frigo con le loro carni. Anche in questo caso, per cause indirette, si uccidono degli animali.

Due considerazioni. La prima: se anche fossimo tutti vegetariani, il solo consumo di latte e uova, escludendo quello della carne, non sarebbe sufficiente - per ragioni di mercato - a eliminare totalmente l'uccisione di animali e, volendo evitarlo, dovremmo quindi diventare vegani. Ma si dà il caso che non siamo tutti vegetariani, la maggior parte della popolazione è onnivora: quindi i vitelli vengono fatti nascere appositamente per venderne la carne e non sono solo un "effetto collaterale" della produzione del latte, così come i polli sono richiesti per la loro carne e non sono solo un effetto secondario della produzione di uova. Ovvero: in un mondo di onnivori, i vegetariani non causano l'uccisione di animali cibandosi di latticini e uova, tuttavia si avvalgono di prodotti derivanti da quell'industria di sfruttamento che vogliono combattere. Diciamo non colpevoli, ma un po' complici.

La seconda considerazione. La scelta vegan è una scelta radicale, che deve essere adottata con prudenza, informandosi bene su come ci si deve alimentare, per sapere come abbinare i cibi per sostituire gli alimenti animali. Richiede poi un'integrazione di B12 (vedi questo altro post in proposito). Non tutti se la sentono di fare scelte così radicali: quindi, io credo sia importante cercare di sensibilizzare su questo tema (i motivi della scelta vegana e vegetariana, l'animalismo, gli allevamenti, etc.), poi ognuno deve fare quanto riesce, senza costrizioni e disagi: magari un onnivoro non diventerà mai vegetariano, ma diminuirà il consumo di carne o acquisterà prodotti da allevamenti biologici o non intensivi. Magari un vegetariano non diventerà mai totalmente vegano, ma diminuirà il consumo di alimenti di origine animali (io personalmente ammiro la scelta vegana e cerco di mangiare vegan il più possibile, tuttavia utilizzo ancora le uova e di rado anche i latticini). O invece ci sarà chi adotterà la dieta vegana e ci si troverà bene e la seguirà per tutto il resto della vita. In ognuno di questi casi sarà fatto un passo in avanti e va comunque apprezzato. Fare qualcosa è sempre meglio che fare niente. 


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