L'uomo è per sua natura vegetariano?

A differenza di alcuni vegetariani e vegani, io non credo che l'uomo allo stato naturale sarebbe un animale totalmente vegetariano. Probabilmente sarebbe prevalentemente frugivoro, e l'anatomia delle mani ben si presta a raccogliere frutti, noci e radici. Però le mani si prestano anche altrettanto bene, grazie alla presa di precisione data dalla chiusura del pollice con l'indice, a catturare insetti, che sono una fonte di proteine animali facilmente reperibile ovunque, anche in ambienti naturali ostili e perfino da un individuo solo, indifeso, non integrato in una struttura sociale. Se poi le mani vengono usate per armeggiare utensili semplici, come pietre e bastoni, l'uomo può uccidere anche animali di dimensioni più grandi e, una volta acquisita la tecnica e l'organizzazione sociale necessaria, può ingaggiare battute di caccia o guerre coi propri simili allo scopo di appropriarsi di vari tipi di risorse.
Comportamenti come questi avvengono anche tra i primati più affini a noi, gli scimpanzé: mangiano insetti, se occasionalmente trovano un pezzo di carne se ne cibano, sono intelligenti, ma anche aggressivi e capita che gruppi diversi si affrontino in guerre feroci.

Probabilmente la carne non è la base della nostra dieta in natura, e specie se cruda non è digeribile facilmente dall'acidità del nostro stomaco, però l'uomo può comunque consumarla e ricavarne nutrimento, mentre non può trarre nutrimento dalla cellulosa di erba e corteccia come fanno gli erbivori, nè consumare i semi crudi dei cereali come fanno gli uccelli.
Il fatto di poter mangiare sia frutti e radici che può raccogliere, sia insetti e carne che può riuscire a trovare e quindi in generale il fatto di adattarsi a mangiare diversi tipi di alimenti, ha consentito all'uomo di sopravvivere anche in condizioni climatiche difficili o estreme, quando cioè i frutti scarseggiavano e l'unica alternativa era la caccia: la carne non sarà stato l'alimento di base ottimale, ma grazie alla grande adattabilità alimentare l'uomo è riuscito a sopravvivere anche alle glaciazioni. Quindi l'uomo è sicuramente onnivoro, nel senso che può mangiare di tutto o quasi.

Tuttavia, spostandoci dallo scenario naturale a quello artificiale della società civile, si può sostenere come sia possibile e probabilmente anche preferibile adottare un'alimentazione senza carne. Questo per via del cambiamento dello stile di vita: prendiamo il caso degli inuit, cioè degli indigeni eschimesi.
Finchè essi vivono integrati nell'ambiente naturale e vivono di caccia, consumando prevalentemente pesci e foche (dato che vegetali in Groenlandia è difficile trovarne..) questa dieta ricca di proteine e grassi animali non crea loro problemi di salute (forse perchè ormai adattati da generazioni a nutrirsi così, forse perchè esposti a fatica fisica e freddo intensi, ad ogni modo carne e grassi animali sono metabolizzati in modo efficiente senza ripercussioni sulla salute). Però quando passano dalla vita in natura ad una vita sedentaria sviluppano gli stessi problemi di salute degli abitanti dei paesi ricchi occidentali, come ad esempio le patologie cardiovascolari. Qualcuno potrebbe obbiettare come il problema risieda nel fatto che nell'alimentazione degli inuit sia presente molto pesce, ricco dei grassi omega che sono benefici per il cuore, mentre in un'alimentazione occidentale è molto più presente la carne rossa. Tuttavia altri gruppi nomadi, come gli Hymba in Africa o le popolazioni delle steppe della Mongolia, si nutrono di carne e formaggio in quanto l'allevamento è l'unica risorsa disponibile, ma non soffrono di problemi cardiovascolari. Quindi sicuramente lo stile di vita influisce molto sulle capacità di metabolizzare gli alimenti. Però bisogna sottolineare che il primato per longevità, anche in condizioni di vita non sedentarie, spetta a popoli del tutto o prevalentemente vegetariani, come gli Hunza.

In conclusione, si può affermare che all'uomo che vive nella cosiddetta società civile il consumo di carne, specie se abbondante e in un'ottica di lungo periodo, può portare a problemi di salute. Al contrario un consumo costante e abbondante di cibi vegetali sembra avere dei vantaggi, specie nel combattere diversi tipi di cancro.
Quindi, poiché viviamio in occidente, poiché conduciamo una vita sedentaria e non nomade, poiché siamo in un paese ricco con la possibilità di scegliere cosa mangiare e non col problema di riuscire a mangiare, poiché abbiamo la facilità di reperire un vasto assortimento di alimenti in un qualsiasi supermercato e poichè abbiamo la possibilità di accedere alle informazioni per comporre una dieta corretta.. insomma poiché si può vivere in salute senza mangiare carne è giusto farlo. Mentre non è giusto allevare e uccidere animali per la sola soddisfazione delle papille gustative o per evitare la seccatura di cambiare abitudini alimentari .

A mio modo di pensare la società civile dovrebbe essere tale non solo per il maggior dominio dell'uomo sulla natura o per il raggiungimento di tecnologie sempre più avanzate con tutti i vantaggi e i comfort che ne derivano, ma anche per la sua progressiva elevazione etica e morale. E' vero, l'etica non esiste in natura, ma dato che non viviamo allo stato naturale, credo che il concetto di "etica" dovrebbe essere più importante di quello di "natura". Mi sembra che l'aggettivo "naturale" di questi tempi sia usato troppo spesso e talvolta a sproposito, o come se ciò che è naturale debba per forza essere anche buono e valido, o comunque giustificato. Invece, forse è solo un comodo scudo per difendere menefreghismo e ipocrisia.

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